Causa lavoro ho dovuto abbandonare un po' questo blog, il Vinitaly e il blog del Consorzio hanno prosciugato tutte le mie energie, fortuna che le vancanze di Pasqua mi hanno ricaricato un po'.
Al Vinitaly lavorando allo stand del Soave non ho avuto molte occasioni per girovagare per i padiglioni ma qualche bella sorpresa l'ho trovata.
Al Vinitaly lavorando allo stand del Soave non ho avuto molte occasioni per girovagare per i padiglioni ma qualche bella sorpresa l'ho trovata.
Una è stata sicuramente il Raboso passito di Tessere "Rebecca" che finalmente, dopo averne sentito parlare tanto ho potuto assaporare. Inutile dire che è un prodotto veramente unico, avete presente l'indomabile carattere del Raboso? Beh in questa versione passita acquista eleganza ed ulteriore fascino. Il colore è di un rosso rubino cupo dalle sfumature aranciate e i profumi sono di marasca matura con note di vaniglia. Al gusto è potente e gradevolmente tannico con un retrogusto piacevolmente fruttato. Per chi come me ama questo vino "Rustego" non può non rimanere estasiato dalla versione passita.
L'altra scoperta è stato il piemontese Albarossa ottenuto dall'omonimo vitigno, incrocio tra Barbera e Nebbiolo, creato con il tentativo di ottenere un vino che sposi assieme le caratteristiche di entrambi ma che comunque abbia una sua personalità. Le aziende che lo producono sono ancora poche. Io ho assaggiato l'Assioma di Dezzani e devo dire che se si cercava di ottenere un vino che avesse i profumi della Barbera e il nervo del Nebbiolo direi che ci si sta riuscendo. Il colore è un rosso rubino acceso, al naso si presenta vinoso e piacevolmente fruttato mentre in bocca troviamo un buon corpo ed un retrogusto piacevole. Chissà come si evolverà negl'anni?!.....voglio proprio scoprirlo e credo che approfitterò di un mio futuro soggiorno in Piemonte per acquistare alcune bottiglie e dimenticarle per un po' di tempo in cantina.
Un po' di tempo l'ho trascorso nel padiglione della Sicilia dove sono andata alla ricerca di un Nero d'Avola che, a differenza di molti vini che si trovano in giro, non sia stato addomesticato e reso più "commerciale" a scapito delle sue caratteristiche inconfondibili. L'ho trovata presso lo stand di Cusumano che mi ha proposto il suo Sagàna; vino che promette bene fin dal colore, un rosso rubino intenso con riflessi porpora. Al naso ci si potrebbe sbizzarrire con numerosi sentori che vanno dalla marmellata di frutti rossi alle note di cacao, iodio e china. In bocca esprime tutta la sua potenza, tannini decisi ma estremamente eleganti e vellutati.
Ecco le mie tre piacevoli scoperte che sperò di poter degustare in un luogo più idoneo che un rumorosissimo padiglione attorniata da centinaia di persone.
Per il resto il mio Vinitaly è stato tutto un continuo lavar bicchieri, servire vino e sparecchiare tavoli...ma non posso negare di essermi veramente divertita assieme al resto del Team del Castello del Soave e non mi sono fatta mancare ottimi Soave e Durello da accompagnare con i mitici risotti di Valentino, i fantastici formaggi della Casara e tutte le altre prelibatezze del castello. E chi è stato allo stand sa di che cosa sto parlando....
2 commenti:
Riguardo all'Albarossa, l'incrocio non è tra barbera e nebbiolo, come spesso si dice, ma tra barbera e nebbiolo di Dronero, o chatus, che con il nebbiolo tradizionale non ha nulla a che vedere.
Ci sono poche bottiglie in giro perchè comincia a uscire solo ora. Infatti nonostante sia un vecchio incrocio del prof. Dalmasso, solo pochi anni fa ne è stata autorizzata la coltivazione. Se andrai in piemonte, nonlasciarti scappare un giro dalle parti di Castigliole Saluzzo, dove ancora lo Chatus viene vinificato in purezza. Vedrai che niente è più diverso dal nebbiolo!
Luk
Complimenti !!!
Luciano Modenini
E-mail : luciano.modenini@glail.com
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